Divinità, scimmie e segni zodiacali

Divinità, scimmie e segni zodiacali

8 – 30 Novembre 2007

La mostra “Divinità, scimmie e segni zodiacali”  nasce dal desiderio della galleria Moshe Tabibnia di proseguire e portare in Italia le celebrazioni attualmente in corso in Francia (12 maggio – 30 settembre 2007 : "Les Gobelins 1607-2007, Trésors dévoilés – Quatre  siècles de création"), volute dal Mobilier National e dalla Galerie des Gobelins, per festeggiare i 400 anni d’insediamento della Galerie des Gobelins al 42 di avenue des Gobelins a Parigi.
La manifattura vera e propria era stata in realtà voluta qualche anno prima del 1607, per la precisione nel 1601, da Enrico IV, re di Francia (1553 – 1610), consigliato dall’allora Ministro dell’Economia Barthélemy de Laffemas (1545 -1612), ma la Galerie des Gobelins, chiusa al pubblico dal 1972, ha deciso di festeggiare l’importante anniversario nel 2007, in occasione della sua riapertura al pubblico con rinnovati e più ampi spazi espositivi, dopo un silenzio durato 35 anni.

La Mostra
La galleria Moshe Tabibnia, molto attenta al panorama internazionale, desidera fornire un’analisi di tale manifattura, attraverso l’esposizione di una suite di 12 arazzi in seta, con dettagli in lana, del 1710-30 circa, rappresentanti i 12 mesi dell’anno, serie altresì nota come “Les douze mois grotesques” o “Mois grotesque par bandes”.

La galleria Moshe Tabibnia, con l’esposizione “Divinità, scimmie e segni zodiacali”, crea una tappa importante a Milano, inserendo la città in un circuito internazionale.
Appassionati e studiosi di arazzi antichi, ritornati dalle celebrazioni parigine (in chiusura il 30 settembre),  dall’inaugurazione del 17 ottobre di “Tapestry in the Baroque: Threads of Splendor ” al Metropolitan Museum di New York (mostra che rimarrà al Metropolitan fino a gennaio 2008) e dal simposio internazionale che avrà luogo sempre a New York il 20 e 21 ottobre, avranno proprio a Milano l’opportunità di osservare, studiare, dialogare su una serie di arazzi Gobelins, estremamente importante da un punto di vista storico e antiquario.

Si tratta di una rara ri-edizione di una serie di arazzi commissionata da Re Sole (Luigi XIV) per il Gran Delfino nel 1709, per il castello di Meudon, realizzata su disegno di Claude Audran il Giovane, forse coadiuvato da Antoine Watteau e Alexandre – François Desportes. In realtà il Gran Delfino morì poco dopo, nel 1711, ed insieme a lui il figlio Luigi, Duca di Borgogna (nipote di Luigi XIV), dunque alla morte di Luigi XIV (avvenuta nel 1715), l’erede divenne il bisnipote Luigi, Duca d’Angiò (nato nel 1710), che diverrà re col nome di Luigi XV e rimarrà sul trono fino al 1774.

L’editio princeps e la serie Moshe Tabibnia
Nell’editio princeps, precedentemente menzionata, voluta da Re Sole, la sequenza dei 12 mesi era suddivisa su tre panelli, comprendenti rispettivamente tre, sei, e tre mesi, a racchiudere l’alcova reale, nella stanza da letto del Gran Delfino. L’ultimo pannello, con i mesi di ottobre, novembre e dicembre risulta scomparso già nel 1830 (cfr. Histoire et Description des Tapisseries du Garde – Meuble, p. 115).
Negli anni successivi, dagli ateliers dei Gobelins uscirono diverse edizioni di questo ciclo, nessuno di questi accuratamente documentato, in quanto non destinato alla Corona, ma a privati.
In queste riedizioni le “bande” dei mesi vennero separate, ciascuna serie comprendeva dunque 12 pannelli, ed i disegni subirono leggere modifiche, le stesse che si riscontrano su un ciclo di incisioni di Jean Audran (fratello del Claude Audran vedi sopra), risalenti al 1726, probabilmente copiato dai cartoni degli arazzi o da “modelletti” preparatori.
Di queste edizioni la serie Tabibnia è una delle quattro che si pensa siano sopravvissute complete (una è in esposizione nella Sala Gialla, presso il Palazzo Doria Pamphilj a Roma, un’altra, ora in una collezione privata, proveniva dal Palazzo del Principe Giovannelli a Venezia, della quarta, nota ai primi del ‘900, si sono al momento perse le tracce). Altri gruppi di arazzi appartenenti ad altre edizioni, incomplete o ulteriormente modificate, sono conservate in collezioni pubbliche e private, tra cui risultano l’Art Institute di Chicago e la Wernher Collection in Ranger’s House in Gran Bretagna.
La serie Tabibnia è fra le più importanti perché comprendente tutti i 12 mesi, è eseguita con estrema raffinatezza e si trova in un eccezionale stato di conservazione.
La trama degli arazzi è in seta, con qualche dettaglio in lana; è verosimile pensare che sia stata eseguita per destinatari importanti e facoltosi, da ricercarsi verosimilmente entro la cerchia della nobiltà che la Corona, nell’età di Luigi XIV, aveva asservito, e che facilmente avrebbe potuto trarre ispirazione, per il proprio arredo, dagli appartamenti reali.

“Divinità, scimmie e segni zodiacali” 
Questo il titolo ideato per far emergere i personaggi che abitano questi 12 esemplari: le divinità a cui sono stati consacrati i mesi; le scimmie, tipiche del Rococò francese, nella sezione grottesca; i segni zodiacali, posizionati in alto a fornire una guida astrologica e astronomica.
Dà il titolo all’esposizione questa particolare “imagerie” degli arazzi, nei quali i “mesi” sono rappresentati con immagini allegoriche, che rinviano ad una tradizione secolare, radicata nell’antichità classica e nel Rinascimento, ma rivisitata secondo il gusto laico e leggero del primo ‘700.
Ogni mese è descritto con una divinità pagana, collocata in un fragile padiglione centrale, che ricorda il repertorio delle “cineserie” Rococò; a sottolinearne il ruolo e gli attributi appartenenti ad ogni divinità olimpica vi è una miriade di dettagli, animali, soprattutto scimmie, che personificano le attività umane connesse alla venerazione di Giunone, Nettuno, Marte, Venere, Minerva, Vulcano, e così via. Nello spirito del primo ‘700, laico e giocoso, la serie volge le spalle alle tematiche eroiche e militaresche degli arazzi del XVIII secolo, e scopre i valori della leggerezza e della grazia: gli stessi di Mozart e Fragonard.

Le iniziative
La mostra occuperà parte del I piano della galleria Moshe Tabibnia, al 3 di via Brera, per tre settimane: dall’8 al 30 novembre.
Durante l’esposizione la galleria ospiterà un ciclo di conferenze con oggetto la manifattura Gobelins e il ciclo dei 12 mesi. Fra i relatori siamo già in grado di menzionare autorità nel campo degli arazzi, quali il Professor Nello Forti Grazzini di Milano, ed il Professor Pascal – François Bertrand dell’Università di Bordeaux, che hanno già accettato di partecipare all’iniziativa.
In occasione della mostra, uscirà una pubblicazione , edita per i tipi della Moshe Tabibnia e curata dal gruppo di ricerca della galleria con interventi dei relatori delle conferenze, e una descrizione dettagliata di tutti i 12 arazzi del ciclo esposto.
Sono previsti anche intermezzi musicali, ad apertura o chiusura della mostra, con musiche del ‘700 francese, al fine di ricercare e ricreare l’atmosfera più congeniale alla visione e all’apprezzamento degli arazzi esposti.
L’ingresso all’esposizione sarà gratuito, come altresì alle conferenze e agli intermezzi musicali, previa conferma, che, per ovvi motivi organizzativi sarà necessaria per arrecare meno disagio possibile ai visitatori.

La galleria
La mostra “Divinità, scimmie e segni zodiacali” del prossimo autunno sottolinea ancora una volta:
Il contesto di una galleria – museo
la ricchezza della collezione della galleria Moshe Tabibnia, che può disporre di esemplari significativi di qualsiasi tipologia, epoca e provenienza;
il fermento intellettuale, che anima la galleria ed il gruppo di ricerca, voluto da Moshe Tabibnia;
il rigore accademico con cui il centro di ricerca opera;
l’attenzione ad eventi e manifestazioni nazionali ed internazionali, affinché nella pianificazione di mostre ed eventi si possa lavorare in sinergia con altre istituzioni, così da amplificare i risultati e le iniziative delle singole istituzioni che operano e progrediscono nell’ambito del tessile antico
Questa, dunque, l’impostazione che con lungimiranza e generosità Moshe Tabibnia ha voluto conferire alla galleria, rinnovata nel 2006, ed ampliata così da disporre di nuove sale espositive, di una moderna biblioteca altamente specializzata, che annovera già più di 4000 volumi, una fototeca con più di 20.000 immagini, uffici specializzati dediti alla ricerca.

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